L'opera, corredata da un ricco apparato documentario, si presenta come una storia dettagliata dei servizi segreti, dalla costituzione, avvenuta nel 1863, fino ad oggi, passando attraverso fatti salienti della storia della Repubblica.
Il lavoro di documentazione avvenuto, consultando, tra l'altro, atti di processi, deposizioni, verbali di interrogatori, relazioni di Commissioni parlamentari ha permesso di ricostruire vicende delicate e complesse: dalle notizie riguardanti l'OVRA e la costituzione del SIM attraverso le vicende dei servizi segreti militari e quelle degli uffici riservati del Ministero degli interni fino all'inizio degli anni cinquanta alla gestione del SIFAR del generale Di Lorenzo e i suoi rapporti con la CIA, dal piano Demagnetize all'istituzione del SID e al golpe Borghese, dalla nascita del terrorismo altoatesino determinato dalle rivendicazioni autonomistiche del Sudtirolo all'attività destabilizzante di alcuni gruppi eversivi, dal ruolo dei cosiddetti funzionari d'appoggio, di personaggi cioè non ufficialmente arruolati ma predisposti a una collaborazione con gli organismi informativi, all'inizio della stagione delle stragi e ai sequestri.
La presentazione degli apparati informativi è offerta attraverso le presunte devianze cui sarebbero stati costretti, evitando di citare l'attività realmente svolta in difesa dello Stato che proprio perché ovvia e scontata sembra meritare solo un silenzio di dubbia natura.
Risulta evidente infatti l'intenzione dell'autore di sottolineare una realtà negativa che, seppur esistita, costituisce un aspetto eccezionale e anomalo delle strutture preposte alla sicurezza.
Al termine della rilettura di eventi spesso drammatici e inquietanti, De Lutiis, affermata, comunque, l'assoluta necessità dell'esistenza dei servizi nello Stato, si interroga piuttosto sulla reale funzione che essi sono chiamati a svolgere in una democrazia, sostenendo che "la vera chiave per contenere il prepotere dei servizi è forse in una più precisa delimitazione del segreto di Stato" cui "si dovrebbe far ricorso in casi estremi e per motivi assolutamente certi e giustificati".
Nella nuova edizione del volume del 1991 (la prima risale al 1984) appare un nuovo capitolo riguardante gli anni ottanta e il caso Gladio.
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